Percorso Azzurro – Tappa 4Via Venezia 10, sede S.M.S. Alba ProletariaGalleria Certosa adibita a rifugio AAFarmacia Santa Maria, punto di primo soccorsoLocali della Chiesa di San Teodoro, accoglienza e distribuzione pastiEx Bagni Pubblici adibiti al ricovero di feriti partigiani durante l’insurrezione
4. Via Venezia 10, sede S.M.S. Alba Proletaria
La Soc. M.S. Alba Proletaria fu fondata nel 1904, circolo socialista che nel gennaio 1921 divenne comunista ponendosi accanto agli altri sorti nel frattempo in città; Spartaco di via Rivale, Ordine nuovo di Borgoratti, Karl Liebknecht di Quezzi, Rosa Luxemburg di San Fruttuoso, 7 Novembre di Struppa.
Ricordiamo tra i soci Amedeo Lattanzi, il proprietario dell’edicola di piazza Dinegro fulcro della diffusione della stampa clandestina, dove c’è una targa che ricorda il suo operato di partigiano caduto… La sede fu bruciata e distrutta dalle Brigate nere, i giornali dell’epoca, tutti sottomessi al regime, non portano alcuna notizia riguardante questo accadimento.
4a. XI Galleria Certosa adibita a rifugio AA
A Genova le gallerie AA portano una numerazione differente a seconda che siano:
- gallerie pubbliche che utilizzano gallerie stradali o ferroviarie o ascensori (numeri romani),
- gallerie costruite appositamente (numeri arabi dall’1 a oltre il 60)
- gallerie integrative, costruite soprattutto lontano dal centro cittadino (numeri arabi, dal 201 in poi)
I primi anni di guerra: 1940-1943 (da Memorie sotterranee) […] Gli attacchi aerei effettuati sulle città di Genova, Torino e Milano, evidenziarono la totale impreparazione del paese al conflitto e produssero una forte accelerazione nella costruzione di rifugi. La mancanza di risorse impedì l’allestimento di rifugi “antiscoppio” ripiegando su più modesti ricoveri “anticrollo” in ambienti puntellati con travi e coperti da tavoloni di legno. Per proteggere i principali monumenti cittadini furono utilizzate impalcature di legno e sacchi di terra o sabbia, che nulla avrebbero potuto contro eventuali colpi diretti.
Da un documento della C.R.I. del 29.09.1941 si evince che, dopo l’incursione aerea dello stesso giorno, i servizi prestati dalla C.R.I. nella galleria Certosa – lato Dinegro riguardano n. 15 assististi.
Nella stessa galleria, adibita a ricovero pubblico, il 21 aprile 1942 si autorizza alla spesa per una linea d’illuminazione elettrica normale e una di sicurezza e due apparecchi telefonici.
Da due testimonianze del tempo: “Ad ogni allarme suonavano le sirene: due segnali se era un bombardamento aereo, tre segnali se navale. Al termine dell’allerta un lungo segnale. A giorni questi allarmi si susseguivano frequentemente costringendoci a scappare nei rifugi o gallerie. Ai due ingressi delle gallerie venivano innalzate barricate di sabbia per evitare spostamenti d’aria provocati dagli scoppi esterni”.
“Dopo il parziale crollo della Casa Popolare del Duca di Galliera di via Venezia, dovuto ad una bomba sganciata da un aereo, per me e la mia famiglia la galleria di Certosa divenne la nostra residenza abituale”.
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
2 Rifugi Antiaerei 3B
4b. Farmacia Santa Maria,
punto di primo soccorso
La farmacia, dopo i bombardamenti, divenne per i feriti un presidio infermieristico di primo soccorso.
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
3 farmacia4c. Locali della Chiesa di San Teodoro,
luogo di accoglienza e distribuzione pasti
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
4 chiesa4d. Ex Bagni Pubblici adibiti al ricovero
di feriti partigiani durante l’insurrezione
Durante l’insurrezione, nei giorni che precedettero la Liberazione prima della resa incondizionata dei Tedeschi, in città vi furono numerosi scontri armati tra partigiani e forze tedesche.
La costruzione dei Bagni Municipali, sita in Via Venezia, divenne ricovero e luogo di cura per i partigiani feriti.
Furono funzionanti anche nel dopoguerra dismessi intorno agli anni ’60 e demoliti circa 10 anni dopo. Dopo un periodo nel quale l’area fu trasformata in un campetto da calcio, nell’84 fu cambiata la destinazione d’uso e costruita l’attuale struttura che consiste in un box a piano terra ed un locale soprastante poco utilizzato.
Via Venezia 10, sede S.M.S. Alba ProletariaGalleria Certosa adibita a rifugio AAFarmacia Santa Maria, punto di primo soccorsoLocali della Chiesa di San Teodoro, accoglienza e distribuzione pastiEx Bagni Pubblici adibiti al ricovero di feriti partigiani durante l’insurrezione
4. Via Venezia 10, sede S.M.S. Alba Proletaria
La Soc. M.S. Alba Proletaria fu fondata nel 1904, circolo socialista che nel gennaio 1921 divenne comunista ponendosi accanto agli altri sorti nel frattempo in città; Spartaco di via Rivale, Ordine nuovo di Borgoratti, Karl Liebknecht di Quezzi, Rosa Luxemburg di San Fruttuoso, 7 Novembre di Struppa.
Ricordiamo tra i soci Amedeo Lattanzi, il proprietario dell’edicola di piazza Dinegro fulcro della diffusione della stampa clandestina, dove c’è una targa che ricorda il suo operato di partigiano caduto… La sede fu bruciata e distrutta dalle Brigate nere, i giornali dell’epoca, tutti sottomessi al regime, non portano alcuna notizia riguardante questo accadimento.
4a. XI Galleria Certosa adibita a rifugio AA
A Genova le gallerie AA portano una numerazione differente a seconda che siano:
- gallerie pubbliche che utilizzano gallerie stradali o ferroviarie o ascensori (numeri romani),
- gallerie costruite appositamente (numeri arabi dall’1 a oltre il 60)
- gallerie integrative, costruite soprattutto lontano dal centro cittadino (numeri arabi, dal 201 in poi)
I primi anni di guerra: 1940-1943 (da Memorie sotterranee) […] Gli attacchi aerei effettuati sulle città di Genova, Torino e Milano, evidenziarono la totale impreparazione del paese al conflitto e produssero una forte accelerazione nella costruzione di rifugi. La mancanza di risorse impedì l’allestimento di rifugi “antiscoppio” ripiegando su più modesti ricoveri “anticrollo” in ambienti puntellati con travi e coperti da tavoloni di legno. Per proteggere i principali monumenti cittadini furono utilizzate impalcature di legno e sacchi di terra o sabbia, che nulla avrebbero potuto contro eventuali colpi diretti.
Da un documento della C.R.I. del 29.09.1941 si evince che, dopo l’incursione aerea dello stesso giorno, i servizi prestati dalla C.R.I. nella galleria Certosa – lato Dinegro riguardano n. 15 assististi.
Nella stessa galleria, adibita a ricovero pubblico, il 21 aprile 1942 si autorizza alla spesa per una linea d’illuminazione elettrica normale e una di sicurezza e due apparecchi telefonici.
Da due testimonianze del tempo: “Ad ogni allarme suonavano le sirene: due segnali se era un bombardamento aereo, tre segnali se navale. Al termine dell’allerta un lungo segnale. A giorni questi allarmi si susseguivano frequentemente costringendoci a scappare nei rifugi o gallerie. Ai due ingressi delle gallerie venivano innalzate barricate di sabbia per evitare spostamenti d’aria provocati dagli scoppi esterni”.
“Dopo il parziale crollo della Casa Popolare del Duca di Galliera di via Venezia, dovuto ad una bomba sganciata da un aereo, per me e la mia famiglia la galleria di Certosa divenne la nostra residenza abituale”.
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
2 Rifugi Antiaerei 3B
4b. Farmacia Santa Maria,
punto di primo soccorso
La farmacia, dopo i bombardamenti, divenne per i feriti un presidio infermieristico di primo soccorso.
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
3 farmacia4c. Locali della Chiesa di San Teodoro,
luogo di accoglienza e distribuzione pasti
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
4 chiesa4d. Ex Bagni Pubblici adibiti al ricovero
di feriti partigiani durante l’insurrezione
Durante l’insurrezione, nei giorni che precedettero la Liberazione prima della resa incondizionata dei Tedeschi, in città vi furono numerosi scontri armati tra partigiani e forze tedesche.
La costruzione dei Bagni Municipali, sita in Via Venezia, divenne ricovero e luogo di cura per i partigiani feriti.
Furono funzionanti anche nel dopoguerra dismessi intorno agli anni ’60 e demoliti circa 10 anni dopo. Dopo un periodo nel quale l’area fu trasformata in un campetto da calcio, nell’84 fu cambiata la destinazione d’uso e costruita l’attuale struttura che consiste in un box a piano terra ed un locale soprastante poco utilizzato.
4. Via Venezia 10, sede S.M.S. Alba Proletaria
La Soc. M.S. Alba Proletaria fu fondata nel 1904, circolo socialista che nel gennaio 1921 divenne comunista ponendosi accanto agli altri sorti nel frattempo in città; Spartaco di via Rivale, Ordine nuovo di Borgoratti, Karl Liebknecht di Quezzi, Rosa Luxemburg di San Fruttuoso, 7 Novembre di Struppa.
Ricordiamo tra i soci Amedeo Lattanzi, il proprietario dell’edicola di piazza Dinegro fulcro della diffusione della stampa clandestina, dove c’è una targa che ricorda il suo operato di partigiano caduto… La sede fu bruciata e distrutta dalle Brigate nere, i giornali dell’epoca, tutti sottomessi al regime, non portano alcuna notizia riguardante questo accadimento.
4a. XI Galleria Certosa adibita a rifugio AA
A Genova le gallerie AA portano una numerazione differente a seconda che siano:
- gallerie pubbliche che utilizzano gallerie stradali o ferroviarie o ascensori (numeri romani),
- gallerie costruite appositamente (numeri arabi dall’1 a oltre il 60)
- gallerie integrative, costruite soprattutto lontano dal centro cittadino (numeri arabi, dal 201 in poi)
I primi anni di guerra: 1940-1943 (da Memorie sotterranee) […] Gli attacchi aerei effettuati sulle città di Genova, Torino e Milano, evidenziarono la totale impreparazione del paese al conflitto e produssero una forte accelerazione nella costruzione di rifugi. La mancanza di risorse impedì l’allestimento di rifugi “antiscoppio” ripiegando su più modesti ricoveri “anticrollo” in ambienti puntellati con travi e coperti da tavoloni di legno. Per proteggere i principali monumenti cittadini furono utilizzate impalcature di legno e sacchi di terra o sabbia, che nulla avrebbero potuto contro eventuali colpi diretti.
Da un documento della C.R.I. del 29.09.1941 si evince che, dopo l’incursione aerea dello stesso giorno, i servizi prestati dalla C.R.I. nella galleria Certosa – lato Dinegro riguardano n. 15 assististi.
Nella stessa galleria, adibita a ricovero pubblico, il 21 aprile 1942 si autorizza alla spesa per una linea d’illuminazione elettrica normale e una di sicurezza e due apparecchi telefonici.
Da due testimonianze del tempo: “Ad ogni allarme suonavano le sirene: due segnali se era un bombardamento aereo, tre segnali se navale. Al termine dell’allerta un lungo segnale. A giorni questi allarmi si susseguivano frequentemente costringendoci a scappare nei rifugi o gallerie. Ai due ingressi delle gallerie venivano innalzate barricate di sabbia per evitare spostamenti d’aria provocati dagli scoppi esterni”.
“Dopo il parziale crollo della Casa Popolare del Duca di Galliera di via Venezia, dovuto ad una bomba sganciata da un aereo, per me e la mia famiglia la galleria di Certosa divenne la nostra residenza abituale”.
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
2 Rifugi Antiaerei 3B4b. Farmacia Santa Maria,
punto di primo soccorso
La farmacia, dopo i bombardamenti, divenne per i feriti un presidio infermieristico di primo soccorso.
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
3 farmacia4c. Locali della Chiesa di San Teodoro,
luogo di accoglienza e distribuzione pasti
Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)
4 chiesa4d. Ex Bagni Pubblici adibiti al ricovero
di feriti partigiani durante l’insurrezione
Durante l’insurrezione, nei giorni che precedettero la Liberazione prima della resa incondizionata dei Tedeschi, in città vi furono numerosi scontri armati tra partigiani e forze tedesche.
La costruzione dei Bagni Municipali, sita in Via Venezia, divenne ricovero e luogo di cura per i partigiani feriti.
Furono funzionanti anche nel dopoguerra dismessi intorno agli anni ’60 e demoliti circa 10 anni dopo. Dopo un periodo nel quale l’area fu trasformata in un campetto da calcio, nell’84 fu cambiata la destinazione d’uso e costruita l’attuale struttura che consiste in un box a piano terra ed un locale soprastante poco utilizzato.
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Comitato Provinciale di Genova
Via Digione 50r
Tel.:
Email: info@anpigenova.it
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