Fontana Fredda: 19 Maggio 1944. Era l’alba, un’alba primaverile, in cui il sole illuminava questa vallata quanto mai suggestiva, coperta dal verde dei prati e colorata dai fiori primaverili, al centro della quale si trovava una fontana di acqua sorgiva, da cui il nome della località.
“Ad un tratto, questo silenzio, ci racconta il partigiano Giorgerini, venne rotto dai crepitio delle mitraglie e dei fucili: i nazifascisti uccisero 59 giovani, prelevati dalla IV Sezione di Marassi.
Ma perché questa strage? Perché questo crimine? Ancora una volta la sete di vendetta nazista volle sporcare di sangue la bellezza del nostro paese e per ogni tedesco ucciso vennero trucidati 10 Italiani.
Si studiò in tutti i
minimi particolari un attentato al Cinema Odeon, perché era un locale
frequentato da soli militari tedeschi. Tra i partigiani si scelse un giovane
biondo con gli occhi azzurri che, indossata la divisa di tenente della
Werhmacht. potesse entrare nel cinema senza destare alcun sospetto. Così accadde.
Il giovane con la massima calma si sedette al centro della sala, mise una borsa
contenente la dinamite sotto la sedia e, dopo aver atteso una buona mezz’ora, mentre
sullo schermo veniva
proiettato un film in lingua tedesca, con la sigaretta accesa diede fuoco alla
miccia. Si alzò lentamente, uscì dal cinema e appena fuori, svoltando da Via
Vernazza nel primo vicolo che trovò, sentì una terribile esplosione: quattro
furono i tedeschi uccisi, quattro i feriti più gravi e altri dodici feriti più
o meno gravemente.
La
reazione tedesca non si fece attendere. I Comandi Superiori furono concordi nel
ritenere necessaria la più spietata rappresaglia sulla base, ormai tristemente
nota, del «DIECI per UNO», e cioè per ogni tedesco ucciso dovevano essere
fucilati dieci prigionieri, in dispregio di ogni convenzione tra stati in
guerra, scritta nel Trattato dell’Aja, articolo 50, che vieta l’uccisione degli
ostaggi. Ma quando mai i nazisti avevano rispettato le Convenzioni
internazionali? Pensiamo solo al genocidio di ebrei, polacchi,
russi, antinazisti bruciati nelle Camere a gas dei Campi di Concentramento, e a
tutte le atrocità commesse contro popolazioni inermi, persino contro bambini di
pochi mesi, alzati in aria a far bersaglio ai loro mitra.
I tedeschi offrirono un premio di tre milioni a colui che potesse condurli alla cattura dell’autore dell’attentato. Visto l’insuccesso di questa offerta, decisero di prelevare dal carcere di Marassi 59 prigionieri politici, ancora in attesa di essere giudicati dal Tribunale Militare.
I tedeschi, veramente, ne avevano prelevato 42, ma il Prefetto Basile, bontà sua, ne volle aggiungere altri 17, che erano i partigiani scampati alla strage della Benedicta. Ancora una volta il servo fascista non smentì la sua fama di traditore della Patria, di quella Patria che, in quel momento, stava combattendo a fianco delle truppe alleate contro l’occupante tedesco.
Il Comando tedesco
aveva paura che la fucilazione di tutti quegli ostaggi potesse suscitare una
violenta ribellione da patte dei Genovesi, che, tenevano impegnate le forze di
occupazione con le loro continue azioni di guerriglia sia in città che in
montagna. Fu così che i tedeschi cercarono una località isolata, appunto la
Canellona nei pressi di Masone. Mandarono prima gli ebrei prigionieri a
Marassi, a scavare la lunga fossa semicircolare, mentre i soldati tedeschi tenevano
lontano dalla zona i pochi abitanti del
luogo che potevano passare lungo il sentiero. Solo alcuni contadini delle cascine
vicine intuirono che c’era qualcosa di strano in quei movimenti, ma ancora non
sapevano.
Il 20 Maggio sulla
stampa cittadina apparve un comunicato, che annunciava: «A titolo di
rappresaglia per il vile e criminoso attentato al Cinema Odeon contro le Forze
Armate Germaniche in Genova, in seguito al quale cinque soldati tedeschi hanno
perso la vita, cinquantanove individui sono stati fucilati all’alba del 18
Maggio 1944 … », il comunicato conteneva una chiara, ipocrita menzogna,
affermando che i 59 prigionieri fucilati erano stati condannati a morte dal
Tribunale, cosa che non era mai avve- .
nuta.
I familiari dei
detenuti uccisi, non conoscendo ancora la sorte che era toccata ai loro cari,
continuarono a portare pacchi contenente le cibarie al carcere di Marassi. Ma
il 19 Maggio, giorno successivo a quello della strage, gli addetti al ritiro dei
pacchi si rifiutarono di riceverli. Alle angosciose domande dei familiari, essi
rispondevano che i prigionieri erano stati trasferiti altrove. Alle loro
interrogazioni, i tedeschi opposero il silenzio più assoluto, mentre i servi
fascisti si adoperarono per convincerli che nulla era accaduto. Ormai nessuna
menzogna poteva essere raccontata: il lunedì 22 Maggio, la notizia della strage
sul Turchino si diffuse in tutta la città, portata dagli operai della S.
Giorgio, che a causa della guerra erano stati trasferiti a Campoligure, e dagli
stessi abitanti di Masone e di Campoligure che
venivano a lavorare a Genova.
I parenti delle vittime incominciarono a salire nella vallata, chi scendendo dal treno a Mele, chi a Campoligure; tutti percorrendo sentieri circondati da un sorriso tenero di verde e di fiori. Sembrava impossibile che tra quel paradiso di colori e di pace avesse potuto esserci l’inferno.
Furono le mamme
Pestarino, Cavallo, Bavassano e la figlia di quest’ultima a scrutare
angosciosamente il terreno, ogni sua piega, ogni masso, ogni cespuglio. E come
scrive Renzo Baccino, era l’amore materno che le guidava e le conduceva verso
la valle della strage. Con dei pezzi di legno si misero a sca
vare affannosamente il terreno vicino alla Fontana Fredda. Le loro mani incominciarono
a sanguinare. Le poche gocce caddero nella fossetta e si confusero con le acque
della sorgente. Ma dal terreno emersero alghe rossicce, rosse dal sangue dei
loro cari lì sepolti. Non c’era più bisogno di scavare. I 59 martiri erano lì
sotto. In questa valle fu compiuta l’ennesima strage dei barbari.
Questi i loro nomi, per ricordarli sempre, per non dimenticare che la nostra Patria è stata da loro creata libera, democratica e che i loro ideali di pace e di giustizia sociale guidino sempre le nuove generazioni alla realizzazione e alla difesa di questi principi:
Alloisio Aldo Matteo nato il 02/10/1921 Lerma (Al), III Brg. Liguria;
Arecco Domenico (Ilario) nato il 23/08/1913 a Parodi Ligure (Al), Brg. Autonoma Militare;
Bavassano Valerio (Lelli) nato il 14/01/1923 a Genova, III Brg. Liguria;
Bottaro Giuseppe nato il 24/03/1905 a Genova, Brg. V.A.I. Giovine Italia;
Briano Angelo nato il 21/04/1922 a Savona , Div. Gin Bevilacqua Brg. Crosetti;
Briano Attilio nato il 08/05/1923 a Savona, Div. Gin Bevilacqua Brg. Crosetti;
Brunati Renato nato il 08/02/1903 a Venezia, II Div. Felice Cascione V Brg. Nuvoloni;
Calzolari Augusto nato il 28/09/1924 ad Arcola (Sp), Div.Gramsci;
Cannoni Giulio nato il 15/12/1920 a Rapolano (Si), III Brg.Liguria;
Castellini Angelo nato il 11/11/1924 ad Aulla (Mc), Brg. Autonoma Muccini;
Cavallo Pietro nato il 14/09/1924 a Sampierdarena (Ge), III Brg. Liguria;
Cavanna Alessandro nato il 24/02/1922 ad Alessandria, Cln S. Margherita e Brg. V.A.I. Giovine Italia;
Colombo Gaetano nato il 04/07/1900 a Savona, Comando militare Savona;
Dagnino Mario nato il 19/03/1925 a Pegli (Ge), III Brg. Liguria;
Esposto Orazio nato il 22/04/1896 a Sampierdarena (Ge), Com. VI Zona Operativa;
Fallabrino Sandro nato il 05/07/1925 a Sestri Ponente (Ge), Brg. Sap Longhi;
Ferrari Edoardo nato il 04/04/1922 a Olivetta S.Michele (Im), III Brg. Liguria;
Ferrero Gio Battista nato il 03/09/1924 a Camporosso (Im), appartenenza non accertata;
Fialdini Francesco nato il 02/05/1924 a Massa (Mc), III Brg. Liguria;
Fialdini Giovanni nato il 02/05/1924 a Massa (Mc), III Brg. Liguria;
Fraguglia Pietro nato il 24/02/1924 a Sampierdarena (Ge), III Brg. Liguria;
Gaiti Enrico nato il 23/06/1920 a Spezia, II Div. Felice Cascione IV Brg. E. Guarrini;
Ghiglione Bruno nato il 18/10/1924 a Sampierdarena (Ge) , Brg. Autonoma Militare;
Gibelli Pietro nato il 04/05/1924 a Camporosso (Im), attribuzione non accertata;
Grenno Enrico nato il 25/08/1925 a Biestro (Sv), civile;
Grenno Luigi nato il 11/11/1920 a Biestro (Sv); civile;
Guerra Emilio nato il 19/11/1905 a Sampierdarena, III Brg. Liguria;
Leone Onorato nato il 30/04/1919 a Mondovì (Cn) appartenenza non accertata;
Lia Guido nato il 04/09/1908 a Brescia; attribuzione non accertata;
Mandoli Rino (Sergio Boero) nato il 13/12/1912 a Genova, III Brg. Liguria;
Mantellato Umberto nato il 29/03/1907 a Genova, III Brg. Liguria
Marozzelli Salvatore nato il 07/01/1904 a Napoli, civile;
Martini Giovanni nato il 22/02/1918 a Voltri (Ge), III Brg. Liguria;
Massa Antonio nato il 06/10/1924 a Mele (Ge), III Brg. Liguria;
Odino Giancarlo (Italo) nato il 09/08/1894 a Genova, Com. Brg. Autonoma Militare;
Ottonello Ubaldo (Mario) nato il 02/02/1922 a Masone, III Brg. Liguria;
Pestarino Isidoro (William) nato il 20/09/1920 a Genova, Brg. Autonoma Militare;
Podestà Francesco nato il 16/04/1923 a Genova, Brg. Autonoma Militare;
Ratto Luigi nato il 15/06/1904 a Novi Ligure (Al), Div. Cichero Brg. Balilla;
Rocca Luigi nato il 30/08/1905 a Santa Margherita Ligure (Ge), Cln Santa Margherita Ligure;
Santo Domenico nato il 28/04/1902 a Biestro (Sv), civile;
Sasso Angioletto nato il 10/02/1922 a Oneglia (Im) II Div. Felice Cascione IV Brg. Guarrini;
Scolesite Cesare nato il 11/11/1925 a Genova, III Brg. Liguria;
Sozo Rinaldo nato il 15/10/1922 a Camporosso (Im); appartenenza non accertata;
Tassara Renzo nato il 23/03/1925 a Genova, III Div. Alpi Brg. Val Pesio;
Turni Pietro nato il 18/01/1905 a Stettino ; attribuzione non accertata;
Uberti Bartolomeo nato il 05/08/1907 , a Genova appartenenza non accertata;
Ulanowski Walter (Josef) nato il 06/07/1923 a Trieste, III Brg Liguria;
Verdino Angelo nato il 02/08/1907 a Mallare (Sv), civile
10 ignoti
fonte “La Resistenza Sestrese” a cura di Clara Causa
link utili “Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia”