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Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato Provinciale di Genova
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Di anni 54 – giornalaio nato a Fermo (Ascoli Piceno) il 2 giugno 1889 – Iscritto in gioventù al circolo socialista “Alba Proletaria ” di Genova San Teodoro – dal 1921 militante comunista – nel 1938 posto sotto inchiesta per attività antifascista – Dopo l’ 8 settembre 1943 fa della sua edicola il centro di smistamento per le zone di Genova ponente dei fogli clandestini “L’Unità”, “Italia Libera” e dei manifesti del C.L.N. – tiene i collegamenti e procura armi per i gruppi partigiani – Arrestato il 4 gennaio 1944 in Piazza De Ferrari a Genova, in seguito a delazione, da S.S. tedesche ed elementi della Squadra Politica – tradotto nella Casa dello Studente – torturato – dopo quattro giorni trasferito alla 4^ Sezione delle carceri “Marassi” – Processato dal Tribunale Militare Straordinario di Genova, riunitosi nella notte del 13 gennaio al Comando della G.N.R. di Genova-Albaro in seguito all’attentato che i G.A.P. avevano compiuto poche ore prima contro due ufficiali tedeschi – (La fucilazione che doveva aver luogo subito, venne rinviata per il rifiuto a eseguirla opposto dal sottotenente G. Avezzano Comez della locale sezione dei carabinieri e dai carabinieri stessi (in seguito a tale rifiuto essi saranno deportati in Germania). Fucilato alle ore 5 del 14 gennaio 1944, al Forte San Martino di Genova da militi fascisti, con i detenuti politici Dino Bellucci, Giovanni Bertora, Giovanni Giaccalone, Romeo Guglielmetti, Luigi Marsano, Guido Mirolli, Giacomo Veronello – Il figlio Emilio, fatto prigioniero dai tedeschi in Grecia e deportato in Germania (a Dorgau, Norimberga e infine a Schonfiéld) sarà fucilato come sabotatore per essere stato sorpreso, mentre si trovava ai lavori forzati, a raccogliere patate in un campo.

Il plotone, al comando dei fascisti, sparò in aria, costringendo tedeschi e fascisti ad eseguire loro stessi la fucilazione. Queste le ultime parole di Amedeo Lattanzi, sempre dalla parte della giustizia, della democrazia e della libertà, in una lettera privata scritta subito prima dell’esecuzione: “…muoio tranquillo, a voi figli e moglie chiedo perdono di quanto soffrirete per me, non lutto ma fede in Dio…”.

Di seguito due incontri tratti da “25 aprile 1945 LA LIBERTÀ – Il quartiere di San Teodoro ricorda” di Giacomo Cotugno.

Il ricordo di Gin

Guido Tedeschi è nato nel 1923. Ha avuto un ruolo crescente nell’azione politica antifascista. Ricorda che sino alla guerra gli attivisti antifascisti erano pochi, uno era Mario Fontanella, la cui base era la polleria di via Fassolo; un altro era Amedeo Lattanzi, la cui edicola era la base di smistamento della stampa clandestina.

Guido ricorda che l’avvicinamento al movimento è stata una sua scelta graduale e indipendente dalla famiglia anche se suo padre era già un attivista. Il ’43 è stato l’anno della sua adesione.

Guido si recava dall’edicola del Lattanzi per prendere il materiale da diffondere, con le disposizioni scritte su di un bigliettino, e quindi si allontanava velocemente. Per evitare riconoscimenti la zona dove distribuire i volantini non era la stessa di quella dove si abitava e bisognava fare attenzione e conoscere i portinai che potessero fare da appoggio alla polizia politica. L’arresto del Lattanzi avvenne probabilmente per delazione anche se lui era un vecchio antifascista già conosciuto dalla polizia.

Il ricordo di Andrea

Andrea Paoli è nato nel 1925, ed è cresciuto nella zona di Mura degli Angeli, e ricorda che “Mario Fontanella, anche senza un ruolo di comando, era un chiaro punto di riferimento e che fu lui ad mettermi in contatto con Amedeo Lattanzi.

All’edicola di Lattanzi andavo per i volantini; ricordo quelli per il cinema Modena, dove dalla galleria si gettavano in platea, per poi fuggire velocemente per non essere individuato.”

Contributo degli studenti del territorio (scarica e stampa)

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